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Fronte popolare.

(o Fronte di unità popolare). Raggruppamento di partiti politici di sinistra o combinazione di forze di sinistra e di forze democratiche moderate (centro) contro tendenze eversive di destra. La nascita dei f.p. fu determinata verso la metà degli anni Trenta dall'ascesa del fascismo in tutta Europa e fu sancita dal VII Congresso dell'Internazionale comunista (1935). Il concetto di f.p. rifletteva infatti una nuova fase nella politica comunista. Secondo l'analisi dialettica dei marxisti, il fascismo era l'espressione del capitalismo in agonia. Di fronte allo sviluppo delle organizzazioni sindacali e delle crescenti richieste di riforme sociali delle classi operaie, il capitalismo, per resistere all'avanzata del proletariato, stava abbandonando le forme della democrazia liberale per ritornare alla reazione aperta e alla violenza. Pertanto, secondo tale concezione, il fascismo altro non sarebbe che lo strumento estremo al quale ricorre il capitalismo nella lotta di classe. Di fronte a ciò, la risposta più adeguata è quella di un "fronte" di tutte le forze popolari per difendere la democrazia e sbaragliare la reazione. In occasione delle elezioni del 1936, per battere il fascismo, si costituì in Francia un'alleanza di Front populaire, tra radicali, socialisti, comunisti, con l'appoggio delle maggiori organizzazioni sindacali e di altri gruppi progressisti. Questo schieramento vinse le elezioni a grande maggioranza, ma i comunisti si rifiutarono di partecipare al governo presieduto da Léon Blum, riservandosi la libertà di operare su di esso dall'esterno. Nel programma del Rassemblement populaire erano incluse misure contro le leghe fasciste, un ampliamento dei diritti sindacali e dell'istruzione popolare. Esso comprendeva, inoltre, progetti di riforma fiscale, la nazionalizzazione delle industrie belliche, delle banche, ecc., che però non poterono essere attuati. Il governo di f.p. provocò infatti violente opposizioni e riuscì a durare per due anni, attuando solo molto parzialmente il programma che si era prefissato. In Spagna il Frente popular, comprendente repubblicani di sinistra, socialisti e comunisti, vinse le elezioni del febbraio 1936, con 267 deputati, contro i 132 delle destre che scatenarono la guerra civile. Nei primi due anni del dopoguerra (1945-47) f.p. si costituirono in vari paesi. Nella sua nuova versione il f.p., oltre che uno schieramento unitario dei partiti operai (comunisti e socialisti), si basava sulla partecipazione di altri partiti di massa (come nel caso della DC italiana) o di raggruppamenti minori, rappresentanti la piccola borghesia e i contadini. Con varie denominazioni governi di f.p. si costituirono in Jugoslavia, Albania (Fronte democratico), Bulgaria (Fronte patriottico), Polonia (Unità nazionale), Romania, Ungheria (Fronte d'indipendenza nazionale), Cecoslovacchia, Finlandia. Fatta eccezione per la Finlandia, questi Paesi avrebbero poi dato vita a "democrazie popolari". Anche in alcuni Paesi dell'Europa occidentale, tra cui Francia e Italia, dall'esperienza della Resistenza nacquero governi di f.p., ma nel maggio 1947, comunisti e socialisti furono estromessi dal governo De Gasperi. In occasione delle elezioni politiche del 18 aprile 1948 i due partiti si presentarono uniti nel Fronte democratico popolare, riuscendo a ottenere il 31,03% dei voti. Tra i più recenti esperimenti di f.p. va ricordato quello cileno. Costituitosi in occasione delle elezioni presidenziali del settembre 1970, con il nome di Unidad Popular, composto da comunisti, socialisti, radicali e cattolici di sinistra, si affermava come lo schieramento maggioritario sulle destre e sul partito democratico-cristiano, costituendo un governo presieduto dal socialista S. Allende. Nel 1973 esso veniva però battuto dalla reazione di destra guidata dal generale A. Pinochet.
Salvador Allende